martedì 28 febbraio 2012

DUE POPOLI, DUE ARCHI, UN CIRCOLO (CronacaQui 3/1/2012

Non servono i trattati di antropologia per stabilire le affinità tra due popoli, basta un arco. Lo dimostra il cartello che ho trovato affisso alla porta di ingresso del circolo ‘Canusium’, nel cuore della Barona, tra le vie Biella e Bonaventura Zumbini.


I milanesi hanno l’Arco della Pace del 1838, i canosini quello di Traiano del II secolo d.C., e nonostante l’abisso cronologico fra i due monumenti il gemellaggio è fatto: circolo ricreativo et sportivo sia. “Quest’organizzazione è composta da lombardi e pugliesi in parti uguali, cinquanta e cinquanta. È un esempio di armonia e contaminazione tra Nord e Sud”, mi spiegano impegnati in un giro di briscola dei soci all’interno. Beh, all’armonia voglio crederci, ma al fifty-fifty no; immaginate un circolo ‘Mediolanum’ a Canosa di Puglia: ad eccezione di pochi e accesi tifosi
rossoneri, con difficoltà raccoglierebbe le adesioni dei locali.
Poi faccio un giro della zona in cerca di informazioni sulla comunità canosina della Barona, e incontro il parroco Don Roberto Rondanini sul sagrato della chiesa. “La massima concentrazione c’è stata negli anni ’60, quando ancora le officine del Naviglio Grande erano attive, grosse realtà come la Richard Ginori e le Cartiere Burgo, dove si producevano le bobine per la stampa del Corriere della Sera. Tuttavia l’identità dei canosini a Milano è rimasta forte. In parrocchia l’estate scorsa è giunto dalla Puglia il simulacro di San Sabino, il loro Patrono, che accompagnato dal sindaco, da tutto il consiglio comunale e da 3.000 compaesani residenti nel nord Italia, ha sfilato per due giorni tra le strade del quartiere portato in spalla dai fedeli. Si tratta di un raro fenomeno di pellegrinaggio all’incontrario, dove è il santo a raggiungere i propri devoti lontani”.

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