giovedì 19 aprile 2012

IL LADRO CHE BENEDIVA LE BICICLETTE (CronacaQui 17/4/2012)

«E buttala via sta fetentona, deciditi! È vecchia, mezza arrugginita e fa un casino quando ci pedali che pare un’impastatrice». Col suo accento pugliese da cabaret, Franco il meccanico di Porta Vittoria, dopo l’ennesima riparazione alla mia cigolante Touring azzurra, vuole convincermi a rottamarla per acquistare un modello dei suoi. «Guarda che bellezza questa, è da corsa, ‘na cosa da fenomeni. Era di un pensionato che manco può stare in piedi, come nuova. La vuoi? Trecento euro».
È un emigrante all’antica col senso degli affari. In officina vende pure bottiglie di Bonarda impolverate, dipinti di un tale artista del luogo Zecca e trapassate edizioni del Codice civile. Qualche soldo poi se lo rigioca a carte insieme a un folcloristico gruppo di amici corregionali, su un tavolo improvvisato tra gli attrezzi e i materiali di scarto.
«Ho capito che tipo sei», mi fa vedendomi indeciso, «un risparmiatore! Ora contro il mio interesse ti spiffero qualche mercatino dove con una carta da cinquanta ci prendi una fuoriserie. Qui sti traffici per carità, alla larga, se mi beccano sai che figuraccia ci faccio io? Solo uno in trent’anni m’ha fregato a me, solo uno, sto disgraziato!».
Franco ossequioso sistema i freni a bacchetta di un cliente che chiama “l’avvocato”, e subito torna a raccontare. «Una volta entra qua con una bici un giovanotto che si lagnava, tutto piagnucolante. Mi dice: ‘La prego, mi dia ciò che vuole e la tenga, era della mia povera moglie defunta, io non riesco neanche a guardarla, il dolore dei ricordi è fortissimo’. Perciò mentre gliela pago per fare un’opera buona, questo mette una mano sul manubrio e con l’altra si fa il segno della croce. Poi solenne che pareva un vescovo, si cala e bacia la sella. Oh, sembrava un funerale! M’ha fatto così impressione sta cerimonia che manco l’ho rivenduta la bici. Mica potevo guadagnarci alle spalle della morta, no? Dopo un mese però sto ragazzo torna con una mountain bike bella nuova: ‘La prego ancora, è sua a buon prezzo, l’ha lasciata la mia cara zia scomparsa’. ‘Ah sì?’, gli faccio, ‘e quanti parenti ti schiattano a te, brutto fetentone disgraziato! Sei un ladro zozzone, vattene via che ti prendo a mazzate!’».
Se il mistico ladro che benedice le biciclette dovesse trafugare pure la vostra, sappiate quindi che non la recupererete più da Franco. In compenso sul sito www.rubbici.it c’è un archivio dei cicli rubati a Milano. In caso di furto segnalatelo inserendo una foto del mezzo. Io previdente sfrutto pure questo spazio su CronacaQui a vantaggio della mia Touring cigolante.

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