venerdì 9 marzo 2012

LAMBRATE: LA BICI CHE SCHIACCIA LE AUTO (CronacaQui 6/3/2012)

In certi giorni e senza un perché, si crea un’alchimia speciale fra i copertoni e l’asfalto, l’aria che punge, i muscoli e i pensieri del ciclista, che la bici va da sé e non vien mai voglia di fermarla. Scendere per un caffè o una passeggiata esplorativa in un posto sconosciuto, è come tapparsi le orecchie nel mezzo di un bel racconto al bar.
Quando prende quest’armonia, Milano è una galleria di immagini e piccole storie che scorrono a quindici all’ora, nel tempo di uno scatto e una frenata.
Così da Via Melchiorre Gioia svolto per Piazza della Repubblica, e ad un incrocio, fra due colonne d’auto, c’è un uomo che gioca a tennis contro il muro di un palazzo, dove campeggia enorme un cartellone pubblicitario di biancheria intima femminile. Il botto delle pallettate si mischia ai clacson, e lui è vestito da torneo, estraneo al contesto di semafori e smog che lo assedia: fascia elastica per i capelli, calzettoni e impeccabile completo bianco.
Proseguo oltre Porta Venezia e in Via Maiocchi sento una musica da banda paesana. Mi figuro una festa di quartiere, ma poi su un marciapiede trovo una coppia di nomadi con la fisarmonica e la tromba, che strimpellando “Fischia il vento” ricevono offerte dalla gente affacciata sui balconi. Ogni tanto compare una ragazza e il duo improvvisa una serenata.
L’itinerario continua e le ruote mi sbalzano da un luogo a un altro, in un’altalena di flash e suggestioni che sembrano scollegate. Eppure esiste in città una sola immagine che raccoglie tutti gli scenari avvistati sui pedali durante un giro, ed esprime quel senso di libertà che si prova scavalcando il traffico. È un murale dell’artista Blu dipinto in Via Predil, sulla massicciata della Stazione di Lambrate. Una bicicletta gigante schiaccia le macchine come fossero scatole di tonno e si apre la strada che vuole.

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