venerdì 2 marzo 2012

MILANO COPIA MILANO (CronacaQui 28/2/2012)

Le città quando nascono sono come le persone: ciascuna è diversa dalle altre. Cambia il riflesso del cielo sui palazzi, la forma dei viali e il carattere degli abitanti. Poi, come se quell’inventiva primordiale rimanesse strozzata dalla stessa routine di filobus e pause pranzo che aliena gli individui, la fantasia dei progettisti si esaurisce e le idee degli artigiani, dei designer e dei giardinieri, perdono freschezza insieme all’aria che diventa irrespirabile. Così, in assenza di spinte originali, per espandersi i nuclei urbani si copiano fra di loro. Amsterdam ha rubato i canali d’acqua a Venezia, e Torino i portici a Bologna. Esistono rifacimenti della Torre Eiffel a Tokyo, Londra, Praga, Las Vegas e persino in Guatemala. Pigra e a corto di creatività, nel dopoguerra Nizza acquistò per la via litoranea gli splendidi lampioni in stile liberty del lungomare di Reggio Calabria.
Eppure c’è una città che non ne ricorda altre e ha fatto tutto da sé: Milano. Non capita di star qui e sentirsi in un posto diverso. Pure quando ci si prova con una gita al parco o all’idroscalo, il rimbombo improvviso di un motore o la frenesia di un passante spezzano le illusioni. Anzi, Milano è talmente esclusiva che copia se stessa. Le strade, ad esempio, sono così indistinte che per non perdermi in bicicletta uso i punti cardinali, come fossi nell’oceano privo di riferimenti all’orizzonte.
Chissà perché ad ogni angolo Milano replica Milano. Forse teme di essere dimenticata un giorno da pendolari ed emigranti che vengono qui per soldi senza amarla, e ha bisogno di evocarsi continuamente. Come in via Palazzo Reale, dove le finestre di una casa riappaiono dipinte sulla medesima facciata.

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