martedì 28 febbraio 2012

PIAZZA FONTANA, LA CASA DELLA BISTECCA (CronacaQui 29/11/2011)

Ogni volta che arrivo nei paraggi di Piazza Fontana, mi chiedo se ritroverò quell'intruso di calcestruzzo.
Tra l’Arcivescovado e il Palazzo del Capitano di Giustizia c'è un grosso prefabbricato in rovina, coi muri di sostegno piatti, grigi e marroni, che pare tirato su per scherzo in una notte di tanti anni fa.
È disabitato e pericolante, ma nessuno osa abbatterlo per costruire moderne installazioni o un albergo per ricchi, come se ci fosse da temerlo. Resiste lì brutto e orgoglioso immerso nel lusso, e quasi si prova complicità per la sua tenacia.
L'insegna di un vecchia taverna ormai chiusa, affissa sulla facciata, stona poi col contesto più di qualunque altro aspetto: "Casa della bistecca".


A leggerla par di viaggiare indietro nel tempo: in una Milano di fine anni Sessanta, comitive di impiegati pubblici col borsello in spalla attendono che si liberi un tavolo per poter mangiare un piatto di carne come a pranzo la domenica in famiglia.
Domando ai negozianti nei dintorni se ricordano l’atmosfera di quel posto, ma tutti rispondono sbrigativi e indifferenti, quasi volessero scacciarlo dalla memoria: “Sì, era un ristorante alla buona, niente di più”; “Ha chiuso da quindici anni, perché le interessa?”
Poi su un vecchio articolo del Corriere scopro che gli ex gestori riaprirono un locale in Via Ugo Bassi all’Isola. Pedalo fin lì, ma ci trovo un altro esercizio e il nuovo padrone non ha indizi per la mia ricerca.
Torno a fotografare il prefabbricato, rassegnato a non poter riallacciare i fili di questa storia. Mi resta solo da immaginare. Milano, Piazza Fontana, fine anni Sessanta. Sono quasi le cinque del pomeriggio di una fredda giornata di dicembre, e nel “ristorante alla buona” si preparano per il turno della cena. All’improvviso si sente un boato terribile e nel palazzo di fronte muoiono diciassette persone.
Oggi a ricordo della strage è rimasta un’insegna: “Banca Nazionale dell’Agricoltura”. Di là dalla piazza ce ne è un’altra che sembra un tragicomico resconto di quei tempi bui. C’è scritto: “Casa della bistecca”.

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