martedì 28 febbraio 2012

SULLA SCIA DI UN FANTASMA DI ARGILLA (CronacaQui 22/11/2011)

A un’ora dal tramonto, uno spaventapasseri di argilla che sembra uno spettro si rivela in Via Parenzo, tra le foglie morte di un cortile e un cielo del suo stesso colore.


Appeso alla recinzione c’è un cartello blu con una freccia e una scritta che pare dargli voce, come fosse un fumetto: “Comuna Baires”. Non sarà una casa degli spiriti come al Luna Park? E siccome baratterei uno spavento per una storia mi incammino verso la direzione indicata, sulla scia del fantasma di terracotta.
Apprendo che Baires è la contrazione di Buenos Aires. In un’anonima palazzina di
mattoni rossi scopro un teatro fondato da una compagnia indipendente argentina giunta
in Italia nel 1972 . Nei locali seminterrati di un’ex fabbrica di infissi hanno ricavato la sala e un bar dalle atmosfere jazz, luce fioca sulle pareti colme di locandine, fotografie e vecchi strumenti musicali fissati ai chiodi. Il pittore Claudio Jaccarino mi descrive le attività della Comuna, dalle lezioni di scrittura e recitazione alle serate di milonga. “Il tuo spaventapasseri lo hanno messo lì le ragazze che frequentano il corso per modellare l’argilla. Abbiamo un ristorante dove la cuoca è un’attrice e le pizze sono dedicate ai divi di Hollywood. Puoi ordinare una Marlon Brando con poco salame, una Robert De Niro o una Paul Newman piccante”.
Poi mi confida sottovoce: “Anch’io giro per Milano, te lo dimostro”. E in questa
penombra, tra i poster consunti di Charlie Chaplin, Che Guevara e Giacinto Facchetti, ha il sapore di una confessione sovversiva. Apre un album coi suoi acquarelli: c’è un trasloco in Via Giambellino con una gru che si allunga fino all’ultimo piano di un palazzo, una nevicata in Piazza Vetra e un assortimento di tram. “Quanto sono belli, sai che li vendiamo usati alla città di Los Angeles?”

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