martedì 28 febbraio 2012

QUELL’ENORME PASSIONE D’ASFALTO (CronacaQui 7/2/2012)

Appena svolto in Via D’Adda dal Naviglio Grande mi appare un’amorfa chiazza tricolore dipinta sulla strada, che spezza la monotonia del manto bianco che ha coperto la città in questi giorni. Poi avanzo e scopro uno scudetto gigantesco davanti alla carrozzeria “Inter”, indicata da un’insegna nerazzurra fregiata di trofei luminosi. Ficcata dentro a un cumulo di neve c’è persino una bandiera della Beneamata, che pare un vessillo alpino. Manco da Appiano Gentile fossero partiti alla conquista dell’Everest.


Entro in officina e chiedo al titolare quanti soldi d’imposta comunale paghi per quest’opera stradale grande come dieci posti auto. «Zero assoluto» – risponde il signor Fiamberti – «È un omaggio di anonimi tifosi alla nostra storica fede interista, realizzato di notte al termine del glorioso campionato 2008/2009. Dai tempi di mio padre giocatori e dirigenti si confessano qui, al suono di lamiere martellate. Persino Massimo Moratti viene a trovarci per chiacchierare di pallone, per confrontare le sue idee. I segreti societari nascono in carrozzeria e finiscono in consiglio d’amministrazione. Adesso i Vigili urbani vogliono cancellare il megascudetto per abusivismo, ma io spero in un condono, questa è arte spontanea». Poi Fiamberti innalza il tono della conversazione e mi parla di un imprecisato “spirito Inter”, che anima il vero tifoso e lo rende migliore nella vita: come professionista, amico e amante. «È un flusso etereo che dona stile e gentilezza in ogni situazione, anche quando fai la spesa». Al termine dell’intervista misuro coi passi le dimensioni del tricolore d’asfalto: 11 metri per 7. Immaginatelo cucito in proporzione su casacche grandi come Piazza Duomo. Avremmo lo stadio di San Siro confinante con Novara, l’erba del prato alta sei metri e Gulliver Campione d’Italia.

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